Domenica 21 Aprile 2013

Mausoleums_der_Galla_Placidia_in_Ravenna_002Domenica IV di Pasqua : GIORNATA MONDIALE DELLE VOCAZIONI

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San Gregorio Magno
Il Signore dice : « Le mie pecore ascoltano la mia voce ed io le conosco ; esse mi seguono ed io do loro la vita eterna ». Un po’ prima aveva detto a loro riguardo: “Se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo” (Gv 10,9). Entrerà venendo alla fede; uscirà passando dalla fede alla visione faccia a faccia, dal credere al
contemplare, e troverà un pascolo arrivando al banchetto eterno. Le pecore del buon pastore trovano dunque un pascolo perché tutti coloro che lo seguono con cuore semplice sono nutriti nel pascolo dei prati eternamente verdi. E qual è il pascolo di quelle pecore, se non le gioie interiori di un paradiso verdeggiante per sempre? Poiché il pascolo degli
eletti è il volto di Dio, sempre presente: poiché lo si contempla senza sosta, l’anima si sazia senza fine di un alimento di vita… Cerchiamo dunque, fratelli carissimi, questo pascolo dove troveremo la nostra gioia nel cuore della festa celebrata in cielo da tanti nostri concittadini. La loro esultanza ci inviti là… Risvegliamo le nostre anime, fratelli! La
nostra fede si riscaldi al contatto di ciò che crede, i nostri desideri si infiammino per i beni di lassù. Amare così è già mettersi in cammino. Non permettiamo che alcuna prova ci allontani dalla gioia di questa festa interiore, poiché quando si desidera andare a un luogo prefissato, nessuna difficoltà può distoglierci dal desiderio. Non lasciamoci nemmeno sedurre da conquiste lusinghiere. Sarebbe sciocco il viaggiatore che, vedendo un
paesaggio meraviglioso, dimenticasse per strada la meta del suo viaggio.

DOMENICA 7 APRILE 2013

DOMENICA IN ALBIS

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“Ricevete lo Spirito Santo”

Gli eventi pasquali – la passione, la morte e la risurrezione di Cristo – sono anche il tempo  nella nuova venuta dello Spirito Santo, come Paraclito e Spirito di verità. Sono il tempo del «nuovo inizio» della comunicazione del Dio uno e trino all’umanità nello Spirito Santo, per
opera di Cristo Redentore. Questo nuovo inizio è la redenzione del mondo:«Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito» (Gv 3,16). Già …, nel dono del Figlio si esprime la più profonda essenza di Dio, il quale, come amore, è fonte inesauribile di generosità. Nel dono fatto dal Figlio si completano la rivelazione e l’elargizione dell’eterno
amore: lo Spirito Santo, che nelle imperscrutabili profondità della divinità è una Persona-dono, per opera del Figlio, cioè mediante il mistero pasquale, in modo nuovo viene dato agli apostoli e alla Chiesa e, per mezzo di essi, all’umanità e al mondo intero. L’espressione definitiva di questo mistero si ha nel giorno della Risurrezione. In questo giorno Gesù di Nazareth, «nato dalla stirpe di Davide secondo la carne» – come scrive
l’apostolo Paolo – viene «costituito Figlio di Dio con potenza secondo lo Spirito di santificazione mediante la risurrezione dai morti» (Rom 1,3-4). Si può dire così che l’«elevazione» messianica di Cristo nello Spirito Santo raggiunga il suo culmine nella Risurrezione, nella quale egli si rivela anche come Figlio di Dio, «pieno di potenza». E questa potenza, le cui fonti zampillano nell’imperscrutabile comunione trinitaria, si
manifesta, prima di tutto, nel fatto che il Cristo risorto, se da una parte adempie la promessa di Dio, già espressa per bocca del Profeta: «Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, …il mio spirito» (Ez 36,26-27), dall’altra compie la sua stessa promessa, fatta agli apostoli con le parole: «Quando me ne sarò andato, ve lo manderò» (Gv 16,7). È lui: lo Spirito di verità, il Paraclito, mandato da Cristo risorto
per trasformarci nella sua stessa immagine di risorto.

DOMENICA 31 MARZO 2013

PASQUA  DI RISURREZIONE

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Sant’Agostino Discorso 235, 1-3 ;

“Camminava con loro”

Il Signore Gesù, risorto da morte, si fa incontro a due suoi discepoli  lungo la via e trova che parlano fra loro degli ultimi avvenimenti. Dice loro: “Che significano questi discorsi fra voi che vi rendono così tristi?”. Questo racconto ci dà una grande lezione, se la sappiamo
comprendere. Gesù appare: i discepoli lo vedevano con gli occhi, ma senza riconoscerlo. Il Maestro camminava con loro per via, anzi egli stesso era la via (Gv 14,6), ma loro non camminavano per quella via. Egli stesso dovette constatare che erano andati fuori della via. Nel tempo trascorso con loro prima della passione, infatti, egli aveva predetto ogni cosa: che avrebbe patito, che sarebbe morto, che il terzo giorno sarebbe risorto.Aveva predetto tutto, ma la sua morte fu per loro come una perdita di memoria… Dicono: “Noi speravamo che egli fosse il redentore d’Israele”. O discepoli, l’avevate sperato. Vuol dire che adesso non lo sperate più? Ecco, Cristo vive, ma in voi la speranza è morta? Sì, Cristo è veramente vivo; ma questo Cristo vivo trova morti i cuori dei discepoli.
Appare ai loro occhi, ma essi non lo riconoscono; era visibile e insieme nascosto… Camminava per via come un compagno di viaggio, anzi era lui che li conduceva. Quindi lo vedevano, ma non erano in grado di riconoscerlo poiché “i loro occhi – dice il testo – erano impediti dal riconoscerlo”… L’assenza del Signore non è assenza. Abbi fede, e colui che non vedi è con te.

Domenica 24 Marzo 2013

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DOMENICA DELLE PALME E DELLA PASSIONE DEL SIGNORE

Nel foglietto domenicale si trovano gli orari della Settimana Santa Domenica delle Palme 24 Marzo 2013   

San Cirillo d’Alessandria (380-444), vescovo e dottore della Chiesa
Omelia 13; PG 77,1049

“Osanna! Benedetto il regno che viene!” (Mc 11,9-10)

Fratelli, oggi celebriamo la venuta del nostro Re, andiamogli incontro,
poiché è anche il nostro Dio. … Eleviamo a Dio il nostro cuore, non
spegniamo lo spirito, accendiamo con gioia le nostre lampade, cambiamo
l’”abito” dell’anima. Come fanno i vincitori, prendiamo in mano le palme e
come le persone semplici acclamiamolo col popolo. Con i bambini cantiamo
col cuore di bimbo: “Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del
Signore!”… Oggi stesso egli entra a Gerusalemme, la croce sta per essere
nuovamente preparata, il biglietto d’accusa di Adamo è “staccato”; di nuovo
il paradiso si apre, il ladrone vi è introdotto; di nuovo la Chiesa è in
festa…. Non viene accompagnato dalle potenze invisibili del cielo e da
legioni di angeli; non è seduto su un trono sublime ed eccelso, protetto da
ali di serafini, un carro di fuoco ed esseri dai molti occhi, non fa
tremare tutto con prodigi e al suono di trombe. Viene nascosto nella natura
umana. E’ un avvento di bontà, non di giustizia; di perdono, non di
vendetta. Appare non nella gloria del Padre, ma nell’umiltà della madre. Il
Profeta Zaccaria ci aveva annunciato altrove questo avvento; chiamava tutta
la creazione alla gioia…: “Rallegrati con tutte le tue forze, figlia di
Sion!” E’ la stessa parola che l’angelo Gabriele aveva annunciato alla
Vergine: “Rallegrati…”, lo stesso messaggio che il Salvatore ha
annunciato anche alle donne dopo la resurrezione: “Rallegratevi”…
“Grida di gioia, figlia di Sion! Ecco il tuo re viene a te, seduto su un
asino, un asinello”… Ma cos’è questa storia? Non viene con pompa come
tutti gli altri re. Viene nella condizione di servo, sposo pieno di
tenerezza, agnello dolcissimo, fresca rugiada sul vello, pecora condotta al
macello, agnello innocente trascinato al sacrificio… Oggi i figli degli
Ebrei corrono a lui, offrendo i loro rami d’ulivo a colui che è
misericordioso e nella gioia ricevono con le palme il vincitore della
morte. “Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore!”

Domenica 24 Febbraio 2013

II° Domenica di Quaresima

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San Leone Magno ( ?-circa 461), papa e dottore della Chiesa
Discorso 51, 2-3, 5-8 ; PL 54, 310-313, SC 74 bis

La gloria della croce

Il Signore rivela la sua gloria in presenza di testimoni scelti; diffonde dal suo corpo, per altro simile al nostro, una luce così forte che il suo volto risplende come il sole e la sua veste è bianca come la neve.Con questa trasfigurazione egli voleva innanzitutto cancellare dal cuore dei discepoli lo scandalo della croce, affinché la vergogna volontariamente subita della sua morte non venisse a turbare la fede di chi aveva visto la grandezza della sua dignità velata. Ma vi intravedeva anche il fondamento della speranza della Chiesa, in modo tale che le membra del corpo di Cristo comprendano quale trasformazione avverrà un giorno in loro, giacché ognuno è chiamato a condividere un giorno la gloria che ha brillato una volta nel capo… “Questi è il mio figlio prediletto…; ascoltatelo. Ascoltatelo, lui che apre la strada del cielo e, col supplizio della croce, vi prepara i gradini per salire al Regno. Perché temete di essere riscattati? Perché temete d’essere guariti, voi che siete feriti? Sia fatta la mia volontà, come vuole Cristo. Respingete i timori del mondo e armatevi della costanza che ispira la fede. Poiché non conviene aver paura nella Passione del Signore di ciò che, col suo aiuto, non si teme più nella morte…” In questi tre apostoli, è la Chiesa intera che ha conosciuto tutto quanto essi hanno visto coi loro occhi e inteso con le loro orecchie (cfr 1Gv 1,1). La fede di tutti divenga dunque più certa con la predicazione del santo Vangelo e nessuno si vergogni della croce di Cristo, per mezzo della quale il mondo è stato riscattato.

Domenica 17 Febbraio 2013

I° Domenica di Quaresima

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Meditazione del giorno

San Rafael Arnaiz Baron (1911-1938), monaco trappista spagnolo
Scritti spirituali, 15/12/1936

Il Figlio di Dio rifiuta la tentazione di altre strade e obbedisce alla volontà del Padre

Anch’io, quando ero nel mondo, correvo a volte sulle strade della  Spagna, felice di far salire la velocità dell’automobile fino a 90 km all’ora: che sciocchezza! Quando mi sono accorto che non c’erano altri orizzonti, ho provato la delusione di chi possiede la libertà di questo mondo, perché la terra è piccina e se ne fa presto il giro. Sono piccoli e
limitati gli orizzonti intorno all’uomo. Per chi ha l’anima assetata di orizzonti infiniti, quelli della terra non gli bastano: lo soffocano, non c’è un mondo abbastanza grande per lui, e trova ciò che cerca solo nella grandezza e immensità di Dio. Uomini liberi che andate girando tutto il pianeta, non invidio la vostra vita in questo mondo; chiuso in convento e
ai piedi del crocifisso, ho una libertà infinita, ho un cielo, ho Dio. Non c’è più grande fortuna di avere un cuore innamorato di lui!… Povero fratello Rafael!… Continua ad attendere, continua a sperare con la dolce serenità che viene dalla sicura speranza; resta immobile, inchiodato, prigioniero del tuo Dio ai piedi del suo tabernacolo. Ascolta da lontano il
chiasso degli uomini che godono i brevi giorni della loro libertà nel mondo; ascolta di lontano le loro voci, le risa, i pianti, le guerre. Ascolta e medita un momento; medita un Dio infinito, Dio che ha fatto il cielo e la terra e gli uomini, il Signore assoluto dei cieli e della terra, dei fiumi e dei mari; colui che in un attimo, solo perché l’ha voluto, ha fatto venire dal nulla tutto ciò che esiste. Medita un momento la vita di Cristo, e vedrai che non ci sono in essa libertà, né rumore, né fragore  di voci; vedrai il Figlio dell’uomo sottomesso all’uomo; vedrai Gesù obbediente, sottomesso e che ha come legge della sua vita, in una pace
serena, solo quella di compiere la volontà del Padre. E infine, contempla Cristo inchiodato sulla croce. A che serve parlare di libertà?