FOGLIETTO SETTIMANALE

I Domenica di Avvento
PRIMA LETTURA (Is 63,16-17.19; 64,2-7)
Dal libro del profeta Isaìa

Tu, Signore, sei nostro padre, da sempre ti chiami nostro redentore. Perché, Signore, ci lasci vagare lontano dalle tue vie e lasci indurire il nostro cuore, cosi che non ti tema? Ritorna per amore dei tuoi servi, per amore delle tribù, tua eredità. Se tu squarciassi i cieli e scendessi! Davanti a te sussulterebbero i monti. Continua a leggere

FOGLIETTO SETTIMANALE

Solennità di Cristo Re

RIFLESSIONE SULLE LETTURE DELLA DOMENICA

Chi tocca i poveri sfiora il cielo di Dio
Padre che sei nei cieli… ma il cielo di Dio sono i poveri. E quando la tua mano tocca un povero dalla vita dolente, le tue dita stanno sfiorando il cielo di Dio. Dove entreremo solo se saremo prima entrati nella vita di chi soffre.
Perché Gesù sta nel posto dove noi non vorremmo mai essere, nell’ultimo posto; in coloro che incarnano non i tuoi sogni, ma le tue paure e i tuoi dolori: Dio naviga in un fiume di lacrime (Turoldo). Continua a leggere

Vangelo della III Domenica di Quaresima

23 Marzo 2014 III Domenica di Quaresima – La Samaritana-

La sete dell’uomo e la sete di Dio

Gesù si sposta tra un luogo e l’altro della sua terra per incontrare gli uomini, ha sete di incontrare le persone e questa sete lo porta a fermarsi anche in una terra come la Samaria, abitata da gente idolatra, con cui un bravo israelita non ha niente a che fare. Il pozzo è il luogo a cui si va per dissetarsi, e il racconto è tutto giocato sul desiderio dell’acqua, perché ci sono due tipi di acqua che dissetano la vita dell’uomo: una è quella fisica che tutti ben conosciamo e che sazia l’arsura del corpo, senza acqua non possiamo vivere molto a lungo, è una necessità vitale che si fa massima negli orari di maggior calore. Ma c’è un’altra sete altrettanto profonda e a volte ancor di più, che è quella sete interiore di quando ci sentiamo vuoti, nei mezzogiorni della nostra vita, i momenti di massimo prosciugamento dalle fatiche dell’esistenza in cui ci sembra di non farcela a proseguire il cammino.

C’è un equivoco infatti nella conversazione tra i due, tutto giocato su questo tema della sete: la donna può appagare la sete fisica del Maestro come pure la propria sete, ma c’è una sete più profonda nel cuore dell’uomo che è quel bisogno di capirci qualcosa, di trovare un senso, di venire a capo dei nodi aggrovigliati della nostra esistenza, una sete che si fa solitudine e dolore quando non troviamo le risposte che cerchiamo nel nostro cammino, e che la donna certamente ben conosce, frutto della propria storia segnata dal peccato. Quella sete profonda di qualcuno che ci sia Amico, che ci sia accanto come aiuto a trovare un senso per la nostra storia.

Gesù Maestro si fa bisognoso di acqua nei confronti della donna per poterla incontrare, perché riconosce nell’animo della donna una sete profonda, rispecchiarsi nella propria sete di incontrare le persone, di saziarle con il dono della Parola, di aiutarle a incontrare Dio come amico dell’uomo e non giudice severo, un Padre che dona un senso al nostro cammino e rinnova la nostra speranza.