Domenica 4 Agosto 2013

Domenica XVIII  per annum

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San Basilio (ca 330-379),
Omelia 6, sulla ricchezza; PG 31,261s
Costruire altri magazzini

“Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarà?” La condotta del ricco del Vangelo è ridicola quanto è rigoroso il castigo eterno. Infatti quali progetti si agitano nello spirito di quell’uomo che fra poco sarà tolto da questo mondo? “Demolirò i miei magazzini e ne costruirò di più grandi”. Io gli direi volentieri: Fai bene, perché meritano proprio di venire demoliti, i magazzini dell’ingiustizia. Con le tue mani, distruggi da cima a fondo ciò che hai costruito disonestamente. Lascia franare le tue riserve di grano che fino ad ora non hanno mai confortato nessuno. Fa’ scomparire ogni costruzione, rifugio della tua avarizia, togli i tetti, abbatti i muri, esponi al sole il grano che sta ammuffendo, porta fuori dalle loro prigioni le ricchezze che vi erano schiave…
“Demolirò i miei magazzini e ne costruirò di più grandi”. Una volta che avrai riempito anche questi, cosa farai? Li demolirai forse per costruirne altri, ancora una volta? C’è forse follia più grande di quella di tormentarsi senza fine, di costruire con accanimento e di accanirsi a distruggere? Come magazzini hai, se lo vuoi, le dimore degli indigenti. “Accumulatevi tesori nel cielo”. Ciò che è immagazzinato là, “né tignola né ruggine lo consumano, né i ladri lo rubano” (Mt 6,20).

Domenica 28 Luglio 2013

Domenica  XVII per annum

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Giuliana di Norwich (tra 1342-1430 cc), reclusa inglese

Rivelazioni dell’amore divino, cap. 4

“Bussate e vi sarà aperto”

 Nostro Signore mi ha fatto una rivelazione sulla preghiera. Ho visto che essa richiede due condizioni : la rettitudine e una sicura confidenza. Molto spesso, la nostra confidenza non è totale. Non siamo sicuri che Dio ci ascolta, poiché pensiamo che ne siamo indegni e inoltre non sentiamo nulla. Siamo spesso aridi e sterili dopo la preghiera come prima. La nostra debolezza viene dal sentirci incapaci, come anch’io ho sperimentato. Tutto ciò il Signore me l’ha presentato d’un tratto e mi ha detto: “Sono io l’origine della tua supplica. Innanzitutto sono io che voglio farti questo dono, poi faccio in modo che anche tu lo voglia. Ti spingo a implorare e tu implori: com’è possibile allora che non ottieni quanto domandi?” Così il nostro buon Signore mi ha molto riconfortato… Quando ha detto: “E tu implori”, mi ha mostrato il grande piacere che gli procura la nostra supplica e la ricompensa infinita che ci accorderà in risposta alla nostra preghiera. Quando ha dichiarato: “Com’è possibile allora che non ottieni?”, ne parla come di un’impossibilità, poiché è assolutamente impossibile che non riceviamo la grazia e la misericordia quando le chiediamo. Infatti tutto ciò che nostro Signore ci fa implorare, l’ha pensato per noi da tutta l’eternità. Da ciò possiamo vedere che non è la nostra supplica la causa della bontà che lui ci dimostra… : “Ne sono io l’origine”… La preghiera è un atto deliberato, vero e perseverante della nostra anima, che si unisce e si attacca alla volontà di nostro Signore, per l’opera dolce e segreta del suo Santo Spirito. Mi sembra che nostro Signore stesso riceva dapprima la nostra preghiera; la prende con grande riconoscenza e gioia, la porta in cielo e la depone in un tesoro dove non perirà mai. Essa è davanti a Dio e a tutti i santi, accolta continuamente, e continuamente ci aiuta nelle nostre necessità. E quando entreremo nella beatitudine , ci sarà restituita, per contribuire alla nostra gioia, con la gratitudine infinita e gloriosa di Dio.

Domenica 21 Luglio 2013

Domenica XVI  per annum

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VIAGGIARE
Quelle stesse cose che, per conoscerle, ci mettiamo in cammino e attraversiamo il mare, se sono poste sotto i nostri occhi, le ignoriamo. Gli estivi sono i mesi dei viaggi e per nessun altro popolo come l’italiano vale ciò che in una delle sue lettere annotava Plinio il Giovane, scrittore latino di Como, nipote dello zio omonimo detto il Vecchio (quest’ultimo ci lasciò la Naturalis Historia, uno dei capisaldi della cultura antica e medievale, e morì nell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.). L’Italia è, infatti, un paese artisticamente e naturalmente così ricco e splendido da meritare tutti i viaggi possibili prima di imbarcarci verso lidi remoti e città esotiche. Il monito colpisce il gusto snobistico nei confronti di tutto ciò che è strano, stravagante, insolito, anomalo, ma anche bizzarro, eccentrico e fin strambo. È, questa, una ricerca a cui ci spinge senza sosta la pubblicità che delinea mete singolari per i viaggi, ma al tempo stesso introduce comportamenti generali sempre in cerca del diverso e dell’eccesso. Ma ritorniamo al tema del viaggio che, per altro, percorre tutta la Bibbia e che è insito nella natura umana, legata proprio al movimento e alla curiosità: «la strada è la vita», scriveva Jack Kerouac nel suo romanzo di culto, intitolato appunto On the road, «Sulla strada» (1957). Certo, importante è l’apertura mentale generata dall’incontro con culture diverse: il sapiente – si legge nella Bibbia – «viaggia in terre di popoli stranieri, sperimentando il bene e il male in mezzo agli uomini- Chi ha viaggiato conosce molte cose- Ho visto molte cose nei miei viaggi, il mio sapere è più delle mie parole» (Siracide 39,5; 34,9.12). Ma è vero anche quello che scriveva Montaigne: «A chi mi domanda ragione dei miei viaggi, rispondo che so bene quello che sfuggo, ma non quello che cerco».  CARD. G.F. RAVASI

SAGRA DELLA PATATA 5-6-7 LUGLIO 2013

Alla cortese attenzione della

Sig.ra SAGRA PATATA  Corso  5- 6-7 Luglio 2013  S.Agata Bolognese (Bo)

 Cara Patata, ti scrivo… così mi distraggo un po’!

quando penso che sei giunta alla XII° edizione, stento a crederlo. Sembrava ieri che, con molte riserve, prendeva il via una delle più belle iniziative paesane del  III° millennio! I saggi o vecchi gufi del luogo non ti davano molti anni di vita: “a Sant’Agata non si attacca niente!”  Anch’io me lo aspettavo. E invece … eccoci qui

Tutti gli anni mi hai chiesto  una piccola presentazione da porre all’inizio  di questo depliant. Volevi forse un “annuncio pubblicitario”,  da aggiungere alla polifonia  degli sponsor, delle radio e dei cartelloni affissi nei vari comuni?

No. Mi chiedevi di chiarire con forza le  motivazioni di fondo della Sagra. Non si lavora per la concorrenza con altre manifestazioni. Neanche per dirci che siamo “migliori di altri” o dei “pirla” se le tue idee vengono catturate e riciclate.

E io, ho sempre inteso che tu, umile Patata,  ci potessi aiutare a  guardare Campanile e Chiesa,  miracolosamente rimasti in piedi e scampati al terremoto, per crescere nell’amare di più la nostra parrocchia. Siamo una famiglia dove  tutti devono sentirsi accolti e amati … anche se è vero che “dove si mangia, si litiga volentieri”.

Proprio per questo, mia affezionata Sagra, con tanto piacere abbiamo voluto sempre associare  a te, importanti ricorrenze di alcune  persone della nostra parrocchia,  che con tanto zelo si sono prodigati nel servizio alla Chiesa e ai fratelli.

Proprio come don Luigi Lambertini, che quest’anno ricorda il suo 60° anniversario di Sacerdozio, e che nel pranzo della Domenica 7 luglio vogliamo festeggiare.

Penso che tu, cara Patata, voglia ringraziare tutti gli amici, gli sponsor, i collaboratori e i volontari (visibili e invisibili), e al tuo, unisco anche il mio saluto:

Verremo in tantii… e gusteremo cibi deliziosi

Tuo  DONGA


Domenica 16 Giugno

Domenica   XI  per annum

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Leggi anche questo commento di S.Ambrogio: « La tua fede ti ha salvata; va in pace »

«Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati» (Mt
9,12). Fai vedere, dunque al medico la tua piaga, perché tu sia curato.
Anche se non gliela mostrerai, egli la conosce, ma desidera ascoltare la
tua voce. Pulisci le tue cicatrici con le lacrime. In questa maniera,
appunto, la donna di cui si parla nel Vangelo, si è mondata dal peccato,
dal fetore della sua iniquità. Si è resa libera dalla colpa, nel lavare i
piedi di Gesù con le lacrime. Volesse il cielo, o Gesù, che tu mi destinassi a lavare i piedi che hai imbrattati mentre venivi in me!… Ma donde attingere l’acqua viva con
cui lavarli? Non ho a disposizione l’acqua, bensì le lacrime. Oh, potessi
con esse purificare me stesso, mentre lavo i tuoi piedi! Come fare, perché
tu dica di me: «Sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto
amato»? Ben di più avrei dovuto amare, lo ammetto, e fin troppo mi è
stato condonato. Sono stato, infatti, chiamato al sacerdozio dopo essere
vissuto sino a quel momento tra il frastuono delle cause forensi e le beghe
paurose della pubblica amministrazione. È mio timore, pertanto, apparire
ingrato, se dimostrerò un amore minore, giacché molto di più mi è stato
condonato. Ma non posso confrontare a chiunque questa donna che, meritatamente, è
stata preferita anche a Simone che offriva il pranzo al Signore. Essa ha,
infatti, dato una lezione a chi vuole meritare il perdono. Ha baciato i
piedi di Cristo, li ha lavati con le lacrime, asciugati con i capelli e
cosparsi di olio profumato… Tuttavia, se non siamo in grado di
uguagliarla, Gesù sa venire in soccorso dei deboli. Se non c’è nessuno a
preparare il banchetto, offrire l’unguento, portare con sé «la fonte
dell’acqua viva» (Gv 4,10), Cristo in persona viene.